Pagine a cura di Coline Kern e Dide Riviera

Pagine a cura di Coline Kern e Dide Riviera

domenica 11 aprile 2010

L'incantevole Scampi


Destino: ecco una parola magica e davvero misteriosa sulla quale verrebbe voglia di interrogarsi di più. Un'idea che, ben indossata, da qualcuno che ne abbia lo chic e lo charme (l'espressione è di Paolo Conte che la usò per il primissimo Roberto Benigni) può ancora, al giorno d'oggi, strapparci un sorriso e dei pensieri affettuosi. Secondo modalità che non sono sempre accettate nel contesto intellettuale e che conducono tuttavia a stabilire cartografie aleatorie, magari imprecise ma piacevoli del nostro avvenire e del nostro splendido presente, penso contrariamente alle idee preconcette che occorrerebbe passare parecchio tempo su internet. Non bisogna nasconderlo: occorre, va da sé, sapere dove andare. Quando ho il tempo di farlo finisco presto - e regolarmente - per esempio sulle pagine di Eva Truffaut. Non soltanto perché penso che si abbia il diritto d'esserne per sempre innamorati se la si è vista recitare da bambina in Argent de Poche, ma perché quando la voglia le prende di condividere on line non lo fa mai seguendo delle mode, ma unicamente perseguendo con passione le proprie manie. Si potrebbe dire anche i suoi partiti presi. Così è una notte in cui oziosamente mi attardavo da lei a spiare le sue ultime pagine messe on line che ho guadagnato il diritto a una delle sorprese più tenere e appassionanti che mi siano capitate nelle mie navigazioni: la scoperta di un'adorabile cantante dal sorriso irresistibile e dalla voce fina che mi ricorda, nonostante un timbro di voce stupendo, le grandi stelle – Doris, Cyd, Rita, Ava, Grâce – ancor più delle virtuose in materia di canto.


Mi era per altro nota, me la ricordavo già - ma non mi ero mai attardato sulle sue pagine - probabilmente grazie al suo più grande alleato, Ju, un giovane grafico davvero interessante che la aiuta ad occuparsi dei suoi siti e che per altro mi ha già più volte affascinato attraverso le sue creazioni grazie al suo blog welovemoulesfrites Mi persi nel loro universo in ogni caso immediatamente. per questa volta Les coups de coeur de Chorus vi parla di Morgane (il suo vero nome nella vita di tutti i giorni). Promettiamo in un'altra occasione di tornare su Julien (Borean).

Fortunatamente c'è sempre qualcosa della persona qualunque in ogni stella che abbia per davvero il diritto di farsi sprannominare così: è qualcosa di molto prezioso e non bisognerebbe dimenticarlo. Età indefinibile, più o meno tra i 16 e i 20, (avrei scoperto più tardi che è nata nel 1992) Morgane conquista.


Codici contemporanei, ma totalmente diversi da quelli di una qualsiasi delle dive idiote tanto lodate di solito nella società dello spettacolo; un nome all'epoca della mia scoperta ancora incerto: su certi video Scampi, in altri Scampi, la vraie, in altri ancora Chipswow. Chipswow’s channel era d'altronde l'indirizzo in codice al quale bisognava e bisogna tutt'ora andare se si va su youtube per accedere gratuitamente ai suoi video.

Un sorriso può fondersi con una voce e degli occhi? E così meravigliosamente? Si può, senza che ci sia nulla da spiegare, né troppo da dire, affermare che occorre conoscere con urgenza quel che c'è on line sino a ora grazie a Scampi, se si vuole capire almeno un po' qualcosa dell'arte dei nostri giorni e dei tempi a venire e che occorre sbrigarsi a scoprirlo, per quanto sia così poco (ma giustamente così ...) ?



Certo questi giudizi entusiasti e radicali a certi nostri lettori potrebbero spiacere e sembrare inopportuni. E

tuttavia... e tuttavia, come direbbe l'altro...


Ma chi è Scampi? Questa ragazzina che si direbbe un personaggio appena uscito da un romanzo di Quéneau, che si è imposta sulla rete con tre sole pagine attraendo in pochi mesi migliaia e migliaia di fan , cantando in casa sua, quasi sempre e soltanto dei rifacimenti? Poche persone lo sanno e certo non lo sanno i suoi fan. Lo sa lei stessa? Persino questo è incerto.


Mi piacerebbe contemporaneamente tacere tutto du lei e raccontarla. Bisognerà innanzitutto interrogare le origini italiane del suo nome attuale, ammesso che resti lo stesso per un po'; è stato scelto per gioco, si può ben immaginare, all'inizio. Deriva, sembra, da un personaggio di un disegno animato.

Sconosciuta, ma piena d'audacia, dal tempo in cui eravamo proprio in pochi a visitare le sue pagine, dotata di un'intelligenza vivacissima, autentica, sin dall'epoca in cui cantava canzoni non meno delicate e fragili di quelle che registra oggi, era sempre nelle sue esecuzioni di una grazia ineffabile. Scampi lavora (è una parola grossa, quasi un insulto, per lei?) alle sue canzoni per la maggior parte liberamente a casa sua. Poiché le registra per il momento con la telecamera del suo computer, ed è difficile dire quali dei suoi pezzi siano destinati a un ascolto privato e quali nascano per il pubblico.


Di canzoni deliziose ne mette in linea in ogni caso moltissime e anche - e risiede lì la parte decisiva dello charme e del mistero - che si direbbero senza alcun dubbio cantate per sé. A chi si indirizza dunque?

Tenendo conto di quanto ai giorni nostri la frontiera tra intimità e comunità sia sempre più sottile, qualcosa di quel che colpisce risale al momento in cui vengono registrati, e lì l'emozione è sincera: qualcosa appare dell'ordine di una nudità della coce e della presenza. Folle, simpatica (simpatia è una parola che in relazione a Scampi andrebbe ristudiata) , eccentrica, unica, Scampi dà sempre l'impressione di andare e venire e raggiungere coloro che la ascoltano come prima che arrivasse ma ogni volta incantati, i confini tra arte e vita di tutti i giorni divengono per questo piuttosto impercettibili ed è questo che interessa, ne parleremo ancora a proposito dei suoi concerti, ma piccolo bemolle, non dovremo mai dimenticare nemmeno quel che è capitato negli ultimi decenni con il fenomeno degli aidoru in Giappone dove gli stessi sono all'origine di una delle più importanti industrie del divertimento di massa dei nostri tempi.





Difficile da capire per quelli che sono schiavi nei loro amori d'idee preconcette, giudicabile leggera (e non a torto visto come la disegna nel suo sito We love moules frites) e capace al tempo stesso e a sua stessa sorpresa di sollevare vaste ondate di entusiasmo imprevedibili in tutti i suoi fan, siano essi adolescenti scatenati, giornalisti, filosofi, critici, curiosi di ogni genere o musicisti (che la adorano) o semplici amici, Scampi si situa oggi al cuore di questa contraddizione. Conosce il suo destino? Ovviamente no ! E chi d'altronde può dire per se stesso di conoscerlo? Può confidare in se stessa? Possiamo confidare noi in lei? Ovviamente forse sì!

Sino al concerto dato di recente alla Boule noire di Parigi i redattori di Les coups de Coeur de Chorus non l'avevano mai incrociata, e tuttavia, per quanto ci fossero estranei, avevamo sempre l'impressione di conoscere il suo viso e la sua voce.


Il piacere proviene senza dubbio dalla prossimità tra quel che questa ragazzina sprigiona e la naturalezza con cui canta. In concerto grazie alla bellezza della sua voce quest'effetto si amplifica. E' bellissimo e molto semplice quel che si scatena quando la si ascolta cantare una delle sue canzoni: è banale, banalissimo, all'orlo dell'insignificante, ma entusiasmante proprio nei momenti in cui lei si cerca, sempre accompagnata dal suo ukulele (sheldon) dietro al quale quasi si nasconde. Le sue cover di canzoni molto note ( successi di Lily Allen, Beirut, Coldplay, Nancy Sinatra, Sharko, Soko, Lykke Li, per esempio) non rassomigliano a nulla (il che fa di lei una magnifica interprete) e possono persino mettere sottosopra per il loro lato spontaneo e una certa magia molto difficile da restituire a parole che può ricordare quella dei primissimi inizi del cinema comico muto. Ma in lei con ogni evidenza la voce conta: e quanto!

Seria e comica, capace di autoderisione, Scampi ha tenuto il suo primo concerto alla Boule Noire il 24 febbraio scorso.

Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010
© Dide

Aveva in teoria poco tempo a disposizione, poiché apriva il concerto di qualcun altro. Alla sua capacità artigianale di tenere la scena, al dono con cui sa affidarsi senza posa a una comicissima ma serissima ricerca del tono giusto, non ci si può abituare. Appena imbraccia il suo ukulele o ha davanti un microfono, un po' come alcune altre grandi bellezze contemporanee quando erano ai loro inizi e prima di affinare il loro stile, già conquista. Come una Johanna Newsom, una Chan Marshall, la primissima Bebel e in Francia su un altro piano Camille e La Fiancée, nel grano della sua voce qualcosa di paradossale accade: quel che vi è di insolito in lei e quel che in lei sfugge a ogni classificazione si rivela ! Bisognerebbe forse, ammettiamolo, interrogarsi sulla qualità di quel che potrà fare quando comincerà a registrare in maniera professionale le prime canzoni che non saranno semplici riprese o a preparare diversamente i propri dischi e a far lavorare dei compositori (ci piacerebbe per esempio un giorno che Edgar Ficat potesse scrivere almeno una canzone per lei) ma ogni volta si ha la sensazione per il momento di raggiungere già in quel che fa e in come lo fa qualcosa di molto prezioso.


Quel che si può dire, credo, è che sa far nascere, attraverso l' esperienza insolita della musica che ci propone, un rapporto. Bisogna pensare a lei come alla nuova perla della canzone francese? Nessuno può assicurarlo, ma tutti quelli che l'hanno sentita nei suoi primi concerti, vittima dell'incantesimo di Morgane - e appartengo a questa schiera - sarebbero già pronti a scommetterci.

Si potrebbe essere in presenza di un vaticinio straordinario o anche sbagliarsi del tutto, ma sta a lei e al suo destino, accompagnato, lo speriamo, nel migliore dei modi, il compito di seguire serenamente il proprio corso e di divertirsi rivelandocelo.

Dide Riviera


Scampi
Live at the Boule Noire


24/02/2010



Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010
© Dide

Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010
© Dide

Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010
© Dide

Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010
© Dide

Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010
© Dide

Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010
© Dide

Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010
© Dide


Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010

© Dide


Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010
© Dide


Scampi in concerto alla Boule Noire di Parigi mercoledì 24/02/2010
© Dide

sabato 13 febbraio 2010

Bill Callahan in concerto al Café de la Danse di Parigi

Continui momenti di grazia ascoltando in concerto Bill Callahan .
Ci sono voci che nascono incise nel tempo, gravi, profonde, illuminate come un buon whisky.
La sua per esempio, malinconica e scatenata.
La cosa che più colpisce di Bill Callahan, nato nel 1966 nel New Hampshire, cresciuto però nel Maryland e in Inghilterra, è la qualità e la varietà del suo comporre. Si era fatto conoscere con il nome di Smog, un album folgorante all'esordio : "Sewen to the sky", nel 1990. Accelerazioni e distorsioni, arrangiamenti che si iscrivono in una tradizione senza tempo. Sotto il nome di Smog una dozzina di dischi formidabili perché senza pretesa di piacere, pieni di invenzioni, di stupore, di stralunate scoperte, di agilità sopraffine. Poi l'incontro con il proprio nome in occasione dell'album ‘Sometimes I Wish We Were An Eagle’. Un respiro diverso.
E oggi in concerto , con quella voce unica, canzoni dalla ritmica ancora più inattesa e personale, in cui una chitarra che si mette a dialogare con una batteria basta a portare sempre di più chi ascolta - e lo fa come fosse un viaggiatore -allegramente in pochi secondi dalla disperazione alla gioia con continue variazioni. Libero ed essenziale. Vien da pensare a Terre des hommes e a un'antica convinzione così espressa da Saint Exupéry: "Pare che la perfezione sia raggiunta non quando non c'è più nulla da aggiungere, ma quando non c'è più nulla che si possa tirar via"...
Non si può fare a meno di ricordarlo ascoltando la versione live di “Diamond Dancer”.
"And the one thing on her mind was
The one thing on her mind was:
It's time I gave the world my light
It's time I gave the world my light
Starting tonight
Diamond dancer, diamond dancer "
Scatti improvvisi a precipizio sul cuore, ritorni alla fragilità di visi quasi immobili nel pensiero.
Il segreto di Bill Callahan non è solo nel timbro da grande della canzone, ma nella sua flemma che si frappone come l'idea di un vento tra voi e l'orizzonte. Impalpabile come un arpeggio in Rock bottom riser, sul punto di dare dei confini al vostro azzurro in Rococo Zephyr
"When a rococo zephyr swept over her and me"

Dide Riviera


1
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


2
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


3
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


4
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


5
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


6
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


7
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


8
al concerto di Bill Callahan al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


9
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


10
al concerto di Bill Callahan al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


11

Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


12
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide


13
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide

14
Bill Callahan in concerto al Café de la danse di Parigi venerdì 12/02/2010
© Dide

sabato 23 gennaio 2010

Paris 23 10 2010 ∆ Tillmann Lauterbach



1
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




2
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




3
Selma au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide



4
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




5
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




6
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide



7
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




8

au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




9
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




10
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




11
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide



12
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide


13
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




14
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




15
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide





16
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




17
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




18
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




19
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




20
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




21
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




22
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




23
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




24
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




25
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




26
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




27
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




29
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide





30
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




31
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




32
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




33
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




34
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




35
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide





36
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




37
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide



38
la passerelle à la fin du défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




39
Tillmann Lauterbach à son défilé
© Dide




40
Tillmann Lauterbach à son défilé
© Dide




41
Astrid à la fin du défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide




42
au défilé de Tillmann Lauterbach
© Dide